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Intolleranze e malessere, i disturbi più frequenti
Il benessere e la conseguente diffusione del moderno stile di vita hanno cambiato le abitudini alimentari, che hanno portato al consumo di cibi sempre più poveri di nutrienti e ricchi di additivi. Una delle principali conseguenze è stata l’incremento di intolleranze alimentari. Nonostante un crescente interesse nei confronti di un’alimentazione salutare, la questione delle intolleranze che danno malessere è ancora molto sottovalutata.
Sono in molti a soffrire di intolleranze che danno malessere in modo inconsapevole, dato che i sintomi legati a questo tipo di patologia possono essere molto vari. Non sempre infatti le intolleranze si manifestano solo con problemi a livello intestinale.
Le problematiche legate a un’intolleranza possono infatti coinvolgere qualsiasi organo del nostro corpo. Tra i sintomi che hanno origine apparentemente sconosciuta ricordiamo mal di testa, muco nasale, otiti, eruzioni cutanee, acne, stanchezza cronica e alterazioni del peso corporeo.
Intolleranze e mal di testa
Come già accennato, i disturbi legati ad un’intolleranza alimentare possono riguardare anche organi ben distanti dall’intestino e più in generale dall’apparato digerente. Nello specifico, c’è una relazione tra alimentazione e mal di testa.
Cefalee ed emicranie possono infatti presentarsi come diretta conseguenza di un’eccessiva assunzione di cibi fritti, grassi e alcool. Si tratta di alimenti che se consumati in quantità troppo elevate vanno a sovraccaricare il meccanismo digestivo del nostro organismo.
La conseguenza è una difficoltà nello smaltimento di questi cibi, che nei soggetti predisposti scatenano forti mal di testa. Vi sono poi alimenti che risultano particolarmente scatenanti a tal proposito, come il caffè, il vino e la cioccolata.
Tuttavia eliminare gli alimenti più a rischio può anche non comportare alcun miglioramento. In questi casi le intolleranze che danno malessere sono causate da alimenti comuni e spesso ritenuti innocui, come ad esempio il latticini, il frumento o il lievito.
Ma come riconoscere un mal di testa determinato da un intolleranza alimentare? Le cefalee di questo tipo sono generalmente caratterizzate da un dolore pulsante, che è sintomatico di un’intensa vasodilatazione cerebrale.
Solitamente ad essere interessate dal dolore sono l’area degli zigomi e quella intorno agli occhi. Il dolore può inoltre essere accompagnato da ulteriori disturbi, quali vomito, nausea e ipersensibilità alla luce. I disturbi possono durare dalle poche ore a vari giorni, risultando talmente debilitanti da compromettere la routine del soggetto.
Intolleranza alimentare e prurito, come riconoscere gli sfoghi cutanei
In alcuni casi le infiammazioni cutanee come orticaria, eczemi, dermatite e prurito possono essere legati alle intolleranze alimentari. Si tratta di una condizione che interessa solitamente quei casi di infiammazioni che sembrano non avere cause scatenanti.
Accade di frequente infatti che un soggetto con sfoghi a livello cutaneo, sia questo adulto o bambino, non risulti positivo ad alcuna allergia né ad altre patologie spesso collegate con fenomeni di questo tipo. Quando si ricerca la causa di infiammazioni cutanee però l’alimentazione viene generalmente presa in esame solo per quanto riguarda i test allergologici.
Questa scelta può rappresentare un grande errore. Indagare più a fondo nel legame tra alimentazione e infiammazioni cutanee infatti significa spesso risalire ad intolleranze che danno malessere scatenando delle forme di dermatite atipica.
Se l’infiammazione cutanea ha origine da un’intolleranza alimentare, non è detto che il problema esista solo da quando si è manifestato a livello cutaneo. È possibile infatti che un’intolleranza si sia sviluppata nel corso del tempo, rendendosi visibile solo a un certo punto.
Per chiarire a pieno il legame tra intolleranze e acne, eczemi e prurito è necessario precisare che le intolleranze alimentari possono avere una sintomatologia anche molto lenta. Condizione che invece non può sussistere in caso di allergia. Le allergie alimentari infatti tendono a manifestarsi molto rapidamente e i sintomi sono generalmente acuti. Altro fattore che le differenzia in modo sostanziale dalle intolleranze è la produzione di immunoglobuline, che non troviamo in caso di intolleranza.
Quest’ultima condizione infatti non interessa il sistema immunitario. Al contrario, il sistema immunitario può impiegare anche molto tempo per riconoscere la reazione avversa dell’organismo tipica dell’intolleranza alimentare. La conseguenza è una costante infiammazione che l’organismo tollera fino a un certo limite, dopodiché si manifestano i sintomi.
Gonfiore addominale e intolleranze alimentari
Quando si parla di intolleranze che danno malessere è necessario spendere qualche parola sul gonfiore addominale, tra i sintomi più frequenti e fastidiosi delle intolleranze alimentari.
Gli alimenti che non vengono digeriti correttamente si accumulano nell’intestino, dove vengono fatti fermentare ad opera della flora batterica. Tra le conseguenze della fermentazione troviamo il gonfiore addominale, spesso associato a diarrea, flatulenza e crampi addominali.
L’esempio più rappresentativo a tal proposito è senza dubbio l’intolleranza al lattosio. Condizione data da una carenza di lattasi, enzima coinvolto nella digestione del lattosio, che comporta difficoltà nell’assorbimento di questo zucchero.
Ricordiamo infine che le intolleranze alimentari possono essere gestite facilmente, a condizione di adottare delle diete adeguate. Schemi alimentari che devono essere redatti da uno specialista, tenendo conto di molte variabili tra cui età e stile di vita del soggetto. È sconsigliabile quindi cercare di curare intolleranze che danno malessere con tecniche fai da te o diete approssimative.